Il patrimonio tessile dell’Arcidiocesi di Lucca

La naturale propensione della Chiesa a preservare il proprio patrimonio di uso liturgico, ha determinato la sopravvivenza di un grande numero di manufatti di interesse storico-artistico, tra i quali abbondano i tessuti serici, in forma sia di paramenti sacerdotali – quali pianete, stole, piviali ecc. – sia di arredi dello spazio ecclesiastico.

La campagna d’inventariazione informatizzata dei beni storico artistici di proprietà dell’Arcidiocesi ha permesso di constatare come tra i manufatti a noi pervenuti i Damaschi siano la tipologia tessile prevalente per tutto il XVII secolo, con un evidente moltiplicarsi di commissioni certo dovute alle prescrizioni liturgiche dell’epoca, ma verosimilmente sollecitate anche per sostenere la manifattura tessile con il mercato interno.

Il disegno dei damaschi lucchesi seicenteschi è caratterizzato in prevalenza dalle composizioni a due, tre o più fiori, giocando sugli interscambi dei motivi vegetali dalla puntuale riconoscibilità di una specie botanica alla sua completa astrazione, dalle più semplici composizioni a “due fiori” a quelle più articolate, è costantemente riscontrabile un tema comune, poi modificato nella descrizione dei singoli disegni di melagrane, tulipani, peonie, garofani e foglie, cui si associano in alcuni casi grappoli d’uva e tralci.

La soluzione decorativa con il più alto numero di esemplari ritrovati nel territorio lucchese è rappresentata dal disegno costituito da un corto stelo a voluta biforcato, dal quale nascono due grandi infiorescenze simili a peonie con giglio araldico centrale, che si alternano in teorie orizzontali sfalsate. Tale modulo di disegno è anche il più stabile, presentando solo due minime varianti nei piccolissimi fiori che si stagliano sullo sfondo, costituiti da tralci di gigli e tulipani.

Questa tipologia decorativa è presente capillarmente con variazioni minime nel disegno e nel colore. In molti esemplari è tuttavia ravvisabile una diversa qualità sia per quanto riguarda la tintura e la seta, sia nell’esecuzione tecnica, forse esito di più tarde rielaborazioni, riproposte nel secolo successivo.

Per quanto concerne il colore sono documentati tutti i principali colori liturgici, con netta prevalenza del rosso, cui pertengono anche i molti damaschi bicromi quasi esclusivamente a fondo rosso, in raso faccia ordito, e disegno bianco, in raso faccia trama. Pochissime risultano le varianti bicrome viola-bianco e ancora meno quelle viola-verde.